Centri SPRAR > Lo SPRAR in Italia
Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) costituisce una rete di centri c.d. di “seconda accoglienza” destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale.
Esso non è dunque finalizzato (come i CDA o i CARA) ad un’assistenza immediata delle persone che arrivano sul territorio italiano ma, originariamente, all’integrazione sociale ed economica di soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria). Nei primi anni di attività, tuttavia, lo SPRAR ha dovuto supplire alle carenze del sistema “primario” di accoglienza, con una quota decrescente di posti assegnati anche ai richiedenti protezione (passati dall’80% nel 2004 al 28% nel 2011).
Lo SPRAR si propone due obiettivi principali: (a) offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario; (b) favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia.
Per raggiungere tali obbiettivi i progetti dello SPRAR si fondano tutti sul concetto di empowerment del beneficiario, inteso come “un processo individuale e organizzato, attraverso il quale le singole persone possono (ri)costruire le proprie capacità di scelta e di progettazione e (ri)acquistare la percezione del proprio valore, delle proprie potenzialità e opportunità” (Servizio Centrale SPRAR, “Manuale per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale”, Roma, p. 4).
In questo senso esso rappresenta una punta di “eccellenza” del complessivo sistema istituzionale di accoglienza degli immigrati e dei richiedenti asilo, purtroppo destinato ad accogliere soltanto una minima parte dei soggetti ai quali esso teoricamente si rivolge.
Lo SPRAR è stato istituito ai sensi dell’art. 32 l. n. 189/2002, e in seguito a un protocollo d’intesa del 2001 stipulato dal Ministero dell’Interno, dall’ANCI e dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR), che hanno cercato di razionalizzare i programmi di accoglienza in precedenza gestiti a livello locale. L’intera rete è coordinata e monitorata da un Servizio Centrale, gestito dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), in seguito ad una convenzione stipulata con il Ministero dell’Interno.
Il Sistema è attualmente finanziato attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo (FNPSA) anche se nel corso del tempo ha potuto contare su diverse fonti di finanziamento straordinarie. Nel 2011, ad esempio, secondo i dati del Servizio Centrale, ai 3000 posti finanziati attraverso il FNPSA, si sono aggiunti altri 979 posti, finanziati dalla Protezione Civile (816 posti) e dalle risorse provenienti dall’8 per mille (163).
Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali che accedono ai finanziamenti del FNPSA. Il ministero dell’Interno, tramite il servizio centrale, infatti emana ogni tre anni un bando per l’assegnazione dei posti finanziati. I singoli enti locali interessati, congiuntamente ad organizzazioni del terzo settore presenti sul territorio, precedentemente selezionate a livello locale, partecipano a tale bando presentendo il proprio progetto. I progetti possono essere ritenuti “idonei” e finanziati o “non idonei”. In alcuni casi i progetti vengono ritenuti “idonei” ma per mancanza di fondi, non vengono attivati. I progetti ritenuti “idonei e non finanziati” possono però essere attivati in un secondo momento, qualora vengano rinvenuti nuovi fondi.
I progetti prevedono l’accoglienza di singoli e/o famiglie in appartamenti o in centri collettivi, e lo svolgimento di una serie di attività per favorire la loro integrazione sul territorio. I servizi offerti dai singoli progetti territoriali dello SPRAR sono: assistenza sanitaria; assistenza sociale; attività multiculturali; inserimento scolastico dei minori; mediazione linguistica e interculturale; orientamento e informazione legale; servizi per l’alloggio; servizi per l’inserimento lavorativo; servizi per la formazione.
I singoli progetti possono essere rivolti ai c.d. beneficiari ordinari, oppure ai c.d. vulnerabili (minori non accompagnati, nuclei monoparentali, vittime di tortura, beneficiari con disagio psichico), in presenza di condizioni fisiche o psicologiche che rendono particolarmente delicata l’attività di accoglienza e che richiedono interventi specifici.
Nel 2011, secondo i dati del Servizio Centrale, 7.598 persone sono state complessivamente accolte nella rete SPRAR. Il 18% di esse era costituito da rifugiati; il 38% da titolari di protezione sussidiaria, il 16% da titolari di protezione umanitaria, il 28% da richiedenti una forma di protezione internazionale.